Il peso ideale


Il peso del corpo di un uomo adulto è costituito per l’80-85% da massa magra (liquidi corporei, muscoli, scheletro, visceri, ecc.) e per il 15-20% da massa grassa (organo adiposo, che nella donna adulta oscilla fra il 20-30%). I bambini, invece, hanno una maggiore percentuale di acqua e una minore percentuale di grasso. Contrariamente a quanto si pensa il peso non è influenzato solo da ciò che mangiamo, ma anche da altri fattori come: genetica (peso dei genitori), metabolismo, ormoni, stato di salute, età, stile di vita, ecc.
Nel complesso il peso corporeo rappresenta il risultato energetico fra ciò che ingeriamo per nutrirci (entrate) e quello che consumiamo nell’arco della giornata per sostenere le nostre attività Il peso ideale nutrizionista macerata (uscite). Il giusto peso lo si raggiunge quando le entrate e le uscite sono equivalenti. Negli altri casi abbiamo invece uno squilibrio, per difetto o per eccesso.
La misurazione del nostro peso può essere effettuata utilizzando una semplice bilancia che esprime il nostro peso in chilogrammi (Kg). Le condizioni ideali per la misurazione sono al mattino, a digiuno e dopo l’evacuazione di feci e urine.


Sovrappeso e sottopeso
Quantità eccessive di grasso corporeo costituiscono un pericolo per la salute, soprattutto per il rischio di insorgenza di alcune malattie cardiovascolari, del diabete, di alcuni tipi di tumore, dell’insufficienza respiratoria (apnee notturne) e dei danni meccanici alle articolazioni (colonna vertebrale, ginocchia, anche, ecc). Inoltre, tanto maggiore è l’eccesso di peso, tanto più alto è il rischio per la salute. Problema inverso, ma non meno grave, è quello della magrezza. Quando le riserve di grasso sono ridotte e non si introduce sufficiente energia, il corpo, per far fronte alle richieste energetiche, è obbligato ad usare i propri muscoli e cellule, compromettendo diverse funzioni e strutture fisiologiche (ad esempio il sistema immunitario, le ossa, gli ormoni, il cervello e le facoltà mentali). Per questo è consigliabile cercare di mantenere il proprio peso nella norma seguendo uno stile di vita sano e attivo, piuttosto che dover ricorrere a trattamenti correttivi.

 

   Come valutiamo se il nostro peso è giusto?

Esistono diverse formule (es. Broca, Lorenz, Wan De Vael, Berthean, Keys, ecc.) che ci forniscono valori indicativi del peso ideale di ognuno di noi, ma essendo delle stime spesso ci portano a sovrastimare o sottostimare il nostro peso. Per questo oggi come riferimento si preferisce usare l’Indice di Massa Corporea (IMC).
L’IMC è un valore ottenuto dal rapporto del peso, espresso in chili (Kg), su l’altezza al quadrato, espressa in metri (m). Il valore ottenuto ci permette di verifica in quale categoria ci troviamo (normopeso, sottopeso, sovrappeso, obesità) confrontando il nostro valore con quello della popolazione di riferimento. Le Linee Guida dell’INRAN ci forniscono delle tabelle intuitive per valutare graficamente il nostro IMC, diversificate per ragazzi ed adulti. Quindi cosa state aspettando? Verificate in che categoria siete!

L'Indice di massa corporea (IMC) nutrizionista macerata


Nonostante l’IMC sia un metodo di misurazione più accurato presenta dei limiti:

  • non tiene conto della composizione corporea e della distribuzione del grasso;
  • sovrastima il peso negli sportivi, dove l’alto IMC è attribuito a un alto livello di massa magra e non di grasso;
  • sottostima il peso nei soggetti molto magri (es. anziani, allettati), dove un IMC normale può essere correlato ad un eccesso di grasso;
  • sovrastima o sottostima i valori nei soggetti con statura molto alta o bassa;
  • non è applicabile alle donne in stato interessante o di allattamento, negli anziani e negli obesi.


IMC e circonferenze
Molto più importante della percentuale di massa grassa è la distribuzione dell’adipe nel corpo. Diversi studi hanno dimostrato che il grasso viscerale, deducibile dalla circonferenza addominale, è associato a un maggiore rischio di eventi cardiovascolari. Per questo avere un IMC normale ma un’alta obesità addominale è più pericoloso che avere solo un IMC elevato. L’IMC dovrebbe quindi essere integrato con la valutazione della circonferenza addominale.
Le circonferenze possono essere valutate in diversi distretti corporei, usando un semplice metro graduato. Le misurazioni più comuni sono la circonferenza vita, fianchi, coscia e braccio.
Circonferenza vita
Viene misurata in posizione eretta e senza trattenere il respiro, nel punto che corrisponde alla “vita naturale”, ossia alla minore circonferenza del tronco. Valori di vita pari o superiori a 80cm nella donna e a 92cm nell’uomo sono fortemente associati a un aumento del rischio di numerose malattie, considerate complicanze metaboliche dell’obesità. Ciò è dovuto dal fatto che la circonferenza della vita rappresenta un valido indice della distribuzione del tessuto adiposo in sede viscerale.
Circonferenza fianchi
La circonferenza viene misurata in prossimità delle anche, nel punto di massima sporgenza del gluteo. Il rapporto tra circonferenza vita e fianchi (WHR) è utile sia per valutare la distribuzione del grasso corporeo, che per determinare l’incidenza o il probabile sviluppo di alcune patologie cardiache. Il rapporto viene valutato in base a valori di riferimento differenti per i due sessi: nell’uomo, valori superiori a 0.95 sono considerati corrispondenti ad un aumento del rischio per le malattie cardiache; nelle donne lo sono valori maggiori di 0.80. Il WHR viene utilizzato anche per indicare il tipo di distribuzione del grasso corporeo e, quindi, per definire la morfologia: androide, a mela tipicamente maschile (adiposità intra-addominale), o ginoide, a pera tipicamente femminile (adiposità sottocutanea).

 

Fonti:
Controlla il peso e mantieniti sempre attivo. Linee Guida INRAN, 2014;
Line Guida per il trattamento del sovrappeso e dell’obesità. Azienda Sanitaria Regionale dell’Umbria, 2002;
• Valutazione dello stato nutrizionale e della composizione corporea e rilevamento dei consumi alimentari. Alimentazione e Ntrizione Umana, A. De Lorenzo e F. Fidanza, IDELSON-GNOCCHI, II Edizione, 2007.

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