La dieta chetogenica è un piano alimentare a basso contenuto di carboidrati, in genere fra i 20-50g di carboidrati al giorno. Quello che spesso sento dire dai miei pazienti e che genera le preoccupazioni maggiori sono l’associazione di dieta ipoglucidica con regime iperproteico, ossia una dieta povera in zuccheri ma alta in proteine. Niente di più sbagliato! Un regime chetogenico è sicuramente un piano low carb (basso in carboidrati), ma normoproteico. Quindi nessun timore sul contenuto proteico eccessivo.
Come funziona?
Lo scopo di questo piano è quello di utilizzare come fonte energetica per l’intero organismo i grassi corporei e, in piccola parte, i grassi alimentari. In sostanza si simula una sorta di digiuno controllato riducendo i carboidrati disponibili a scopo energetico. In questa situazione il corpo non può far altro che ossidare i grassi per ricavare energia, producendo molecole particolari: i corpi chetonici, da cui deriva il nome della dieta. Sono proprio i corpi chetonici che forniscono l’energia necessaria e possono essere utilizzati da tutto il corpo e anche dal cervello. Inoltre, una caratteristica fondamentale dei corpi chetonici è che sono euforizzanti e inibiscono il senso della fame.
E’ bene chiarire che le proteine introdotte non hanno scopo energetico, bensì vengono sfruttate per mantenere costanti i livelli della massa magra (muscoli), ossia la porzione corporea che deve essere sempre ‘protetta’ durante ogni tipo di regime alimentare.
Per quanto riguarda i grassi da introdurre in questo piano la questione è più complicata. Se parliamo di dimagrimento verranno tenuti bassi, se invece viene applicata a scopo terapeutico (es. emicrania, epilessia) il loro contenuto può essere anche molto elevato.
Come è strutturato un piano chetogenico?
La dieta chetogenica è un piano fortemente ipocalorico (600-900 Kcal/giorno) ma questo non deve spaventarmi, come abbiamo già visto non si sentirà la fame grazie all’azione dei corpi chetonici. In più si tratta di un piano ipoglucidico (20-50g/giorno) e normoproteico (1g/Kgg di peso).
Dal punto di vista alimentare sono banditi gli alimenti ricchi in carboidrati e zuccheri semplici: pane, pasta, biscotti, pizza, dolci, frutta, ecc. E’ possibile consumare alcuni tipi di verdure, carne, pesce, uova, affettati, formaggi e yogurt, frutta secca oleosa, olio, burro, ecc. In alcuni casi particolari (es. allergie, vegetariani, vegani) la dieta chetogenica può essere applicata usando il supporto di prodotti sostitutivi del pasto.
Perché è utile?
Una delle caratteristiche migliore della dieta chetogenica è la rapida perdita di peso in tempi brevi (1-1.5 Kg a settimana) rispetto agli altri piani tradizionali, senza che sia intaccata la massa muscolare e senza soffrire la fame. In generale i piani chetogenici utilizzati per dimagrire hanno una durata media di 21 giorni.
Parlando di dieta chetogenica non va tralasciato l’effetto terapeutico per alcune importanti patologie (es. emicrania, epilessia, ecc.), ma data la delicatezza del’intervento lo tratterò in un articolo a parte focalizzato sulle patologie.
Ci sono controindicazioni?
Trattandosi di un regime particolare ovviamente non è adatto a tutti, per questo è fondamentale affidarsi a professionisti esperti che siano in grado di valutare la fattibilità del piano, tenendo ance in considerazione i parametri delle analisi del sangue.
Alcune condizioni per le quali è sconsigliato questo piano sono:
- insufficienza renale (creatininemia superiore a 1.5mg/dl)
- insufficienza epatica
- diabete di tipo 1
- insufficienza cardiaca
- gravidanza e allattamento
- disturbi psichici gravi
- ragazzi in crescita
- disturbi del comportamento alimentare.
Ci sono effetti collaterali?
In questa sezione vanno considerati diversi aspetti e gli effetti a breve e lungo termine che possiamo riscontrare. Essendo un piano a ridotto contenuto di fibre uno degli aspetti più comuni che possiamo avere a lungo termine sono stipsi e alterazione della flora intestinale. Se ci focalizziamo invece sugli aspetti a breve termine (primi 2-3 giorni), dove si ha il passaggio al metabolismo dei grassi, i sintomi più comuni sono: fame, stanchezza, emicrania, nausea, ecc. Va sottolineato che questi sintomi a breve termine devono essere transitori e devono scomparire nei giorni successivi.
Finito il periodo di chetosi riprenderò i chili persi?
Questa è una domanda che mi sento spesso fare. La risposta è no, ma bisogna fare attenzione ad alcune cose. Finito il periodo di chetosi (che può avere un tempo variabile in base alle caratteristiche del paziente a lo scopo di utilizzo) va programmata bene la fase ti transizione. Se nella fase di transizione vengono reintrodotti gradualmente i carboidrati, non solo non si riprenderanno i chili persi, ma si avrà ancora perdita di peso. Inoltre, recentemente è stato dimostrato che più la fase di transizione è lunga e più i risultati saranno stabili nel tempo. Se però pensate che finito il piano ritornerete a mangiare le stesse cose di prima e nelle stesse quantità non fa per voi, non solo riprenderete i chili persi, ma forse anche qualcosa in più!
Perché evitare il fai da te?
Abbiamo visto che, seppur si tratta di un piano utile, ci sono patologie nelle quali tale piano è controindicato e non è esente da effetti collaterali. Inoltre vanno conteggiate bene le proteine per evitare sia che nel tempo si abbia perdita della massa muscolare, sia che le proteine siano calcolate sulla base delle caratteristiche di ogni individuo. Inoltre, è indispensabile inserire alcuni integratori per garantire il corretto funzionamento dell’organismo ed evitare carenze.
Per questo motivo va evitato il fai da te e se si è interessati ad usare tale piano è bene sempre rivolgersi a professionisti e valutare la possibilità di utilizzarlo (es. biologi nutrizionisti, dietisti o medici).